lunedì 23 maggio 2011

La Storia del Corriere di Chieri raccontata dal suo Direttore

PRESENTAZIONE 

Dal 2000 il Corriere è passato da settimanale a bisettimanale: esce cioè due volte in edicola, il martedì ed il venerdì con una foliazione media di 60 pagine interamente a colori. Lo staff è composto di una ventina di dipendenti, tra cui sette giornalisti interni ed una cinquantina di collaboratori free lance. Obiettivo principe resta la cronaca locale di un ampio territorio che comprende circa 100mila abitanti. Il Corriere di Chieri è da 65 anni la testata leader di una zona che spazia dai confini est di Torino, ovvero dalla collina di Pino sino alla pianura di Poirino e Cambiano e All'alto Astigiano dove i centri principali sono Castelnuovo Don Bosco e Villanova d'Asti.

Da una sua costola è nato nel 1989 il settimanale "Corriere di Moncalieri", 32 pagine di foliazione media, anch'esse interamente a colori. I contenuti, anche in questo caso, sono di informazione locale che spazia sui più svariati argomenti, coprendo il territorio di Torino sud che ruota attorno alle città principali di Moncalieri e Nichelino.

La pubblicità è gestita in proprio dalla società editrice Publichieri srl, con sede in via Chieri 62, Andezeno. 
 

DIRETTORI 

Giorgio Ghirardi 1945 - 1978

Beppe Conti 1978 - 1980

Mario Ghirardi 1980 ad oggi 
 

STORIA

Il primo giornale locale apparve a Chieri nel 1877, inaugurando una tradizione destinata a protrarsi sino ad oggi, al pari di quanto successo in tutti i capoluoghi di provincia e nei maggiori centri del Piemonte. Con la fine del secondo conflitto mondiale (8 maggio 1945) fu avvertita nuovamente, dopo la parentesi fascista, l'esigenza di dar vita ad un foglio informativo capace di interessare un lettore sicuramente più maturo ed ansioso di conoscere una realtà che si presentava ricca di innovazioni politiche e sociali e che sarebbe stata caratteristica del periodo immediatamente postbellico e degli anni della ricostruzione.

Da tali presupposti presero le mosse Giorgio Ghirardi ed un gruppo di amici e collaboratori per dar vita al "Corriere".

La famiglia Ghirardi era già proprietaria, sin dall'inizio del secolo, della omonima tipografia diretta e gestita in prima persona da Giorgio e Maddalena, figli del fondatore Matteo Ghirardi. La tipografia aveva già dalla sua un passato ricco di prestigio in quanto tra l'altro provvedeva alla stampa di volumi per conto della Deputazione Subalpina di Storia Patria; in aggiunta possedeva un'esperienza "giornalistica" derivante dall'avere in passato provveduto alla stampa di alcuni periodici chieresi. Anche dalla necessita' di dare all'attività della tipografia un maggiore sviluppo maturò la decisione di dedicarsi direttamente alla "confezione" di un giornale.

Il "Corriere" traeva quindi origine da una serie di motivazioni sviluppatesi su tre concetti fondamentali di pari importanza.

In primo luogo la motivazione di carattere economico: si trattava infatti di creare un'impresa volta al conseguimento di un profitto e a tal fine occorreva massimizzare la tiratura e la diffusione del giornale in strati sempre più ampi di lettori. Per conseguire questo obiettivo era necessario dare una connotazione informativa, che non trascurasse gli aspetti politici economici e sociali di carattere nazionale, e anche internazionale, ma che privilegiasse l'informazione prettamente locale, intesa sia come cronaca di fatti locali sia come veicolo informativo degli organi e degli enti locali quali la Civica Amministrazione, i partiti e le associazioni di vario genere. Tutto questo senza trascurare informazioni utili ai lettori: necrologi, Stato Civile e orari dei collegamenti (filobus e treni) lungo le principali vie di comunicazione.

Poi una considerazione di carattere politico. Tenuto conto che la classe politica dominante in quegli anni nel Chierese era rappresentata dalla Democrazia Cristiana, il "Corriere" pur mantenendosi ideologicamente indipendente e al di sopra delle parti si proponeva come veicolo d'informazione per tutti i partiti. La "lettera al direttore", siglata o anonima, servirà come spunto di polemiche e dibattiti, senza peraltro trascendere i limiti di confronto ideologico non particolarmente connotato. Va tenuto in conto che la città in quegli anni era caratterizzata da una significativa presenza politica di orientamento cattolico che coinvolgeva significativamente anche la classe operaia, piuttosto consistente data la presenza di parecchie industrie tessili.

Il 28 luglio 1945 va dunque per la prima volta in edicola il "Corriere di Chieri settimanale d'informazione". Si tratta di un unico foglio formato trentaquattro per cinquantaquattro centimetri, al prezzo di quattro lire.

L'impaginazione è inizialmente su cinque colonne. A partire dall'anno successivo sarà modificata in "Corriere di Chieri-settimanale indipendente d'informazione" e l'impaginazione passerà su sei colonne.

In prima pagina, le prime due colonne sono riservate alla rubrica "Avvenimenti della settimana" cioè ad un riassunto panoramico degli avvenimenti succedutisi nella settimana sia in Italia sia all'estero, e che per la loro importanza, potevano rivestire interesse per la categoria di lettori cui il giornale faceva riferimento.

Altre due colonne, sempre della prima pagina, sono dedicate alla "Cronaca locale" e ad eventuali commenti della redazione. Si deve a questo proposito evidenziare che mentre le informazioni relative alla rubrica "Avvenimenti della settimana" erano  comunicati d'agenzia, la cronaca locale era curata direttamente dalla redazione che si avvaleva del supporto di collaboratori volontari ed occasionali dislocati sul territorio. Analogo discorso vale per l'ultima colonna della prima pagina dedicata agli avvenimenti sportivi locali.

La seconda pagina risultava dedicata quasi esclusivamente alle rubriche utili alla collettività cioè stato civile, disposizioni emanate dagli enti pubblici, orari dei principali collegamenti con il circondario ecc., mentre un discreto spazio era riservato ai comunicati dei partiti e delle associazioni di vario genere e natura (agricoltori, esercenti, reduci); oltre naturalmente ai necrologi ed ai messaggi di carattere pubblicitario.

Tuttavia, ferma restando la composizione indicata, lo spazio e le rubriche venivano distribuite in funzione della disponibilità di notizie e ricorrendo, se del caso, alla creazione di rubriche diverse, quali, ad esempio, la "Voce dei lettori".

In particolare quest'ultima il più delle volte costituiva un'"opportunità" della redazione per intervenire o prendere posizione su determinati argomenti, pur mantenendo indipendenza ideologica. La composizione tipografica, caratterizzata da una saltuaria presenza di fotografie, consentiva una distribuzione delle rubriche e delle notizie estremamente flessibile ed adattabile alle esigenze dell'impaginazione, secondo la moda del tempo.

La raccolta dei messaggi commissionati dagli inserzionisti locali era svolta direttamente dalla redazione del giornale; al contrario la gestione della pubblicità di rilevanza nazionale, o comunque extraterritoriale, venne sin d'allora affidata alla concessionaria milanese di pubblicità A. Manzoni, oggi una delle principali aziende nazionali del settore, a cui il giornale si affidò sino al 1997. Da allora la pubblicità è totalmente gestita in proprio.

Gli introiti derivanti dalla pubblicità, la gestione oculata dei costi di stampa e l'andamento delle vendite consentirono al "Corriere" la possibilità di autofinanziare l'iniziativa editoriale e di realizzare un utile, salvando in tal modo il carattere indipendente del giornale. 


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